Romanzo Editoriale. S sul caso Ciancio
C’è un flusso di denaro che dalla Sicilia si muove, valica i confini delle Alpi, si deposita in Svizzera, e dopo una breve sosta riprende il viaggio, passando per il Liechtenstein e tornando nell’isola. Movimenti che i magistrati della Procura di Catania Antonino Fanara e Agata Santonocito hanno seguito per trovare le risposte. “Follow money”, è il metodo che il giudice Giovanni Falcone aveva insegnato all’Fbi americana.
Centinaia di milioni di euro sono entrati e usciti dalle casse delle società dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo. Nel nuovo numero di S, all’interno dello speciale “Romanzo Editoriale”, parleremo dell’analisi condotta dalla Pricewaterhouse Coopers (Pwc), una delle società internazionali che si occupa di revisione di bilanci e consulenze, sull’impero economico dell’uomo più potente della Sicilia
I consulenti, che hanno ricevuto l’incarico da Fanara e Santonocito, hanno affondato le loro mani in 39 anni di storia patrimoniale di Ciancio, a partire dal 1976 fino al 2013, con l’estensione degli anni 2014 e 2015, fin dove è stato possibile acquisire materiale. Hanno spulciato 1500 bilanci, oltre 1000 visure societarie e migliaia di documenti, incrociando i dati dei flussi che si riflettono negli anni nel patrimonio personale dell’editore e dei suoi familiari. Hanno studiato e incrociato i dati tra acquisti e cessioni di partecipazioni, versamenti di capitale sociale, ripianamenti di perdite, finanziamenti e anticipazioni erogati dai soci, prestiti obbligazionari e distribuzione degli utili.
Negli anni, i ripetuti movimenti di capitali spostati da una società all’altra, avrebbero fruttato rilevanti “plusvalenze” al gruppo Ciancio, che secondo l’accusa potrebbero avere origine da “investimenti illeciti”. Questo perché l’editore “non disponeva di risorse lecite adeguate”, mentre “le uscite erano superiori alle entrate”.
Nell’approfondimento di S però non si parlerà solo del filone economico dell’inchiesta Ciancio, ma anche delle diverse operazioni d’imprenditoria edilizia seguite dall’editore, che avrebbe avuto la compiacenza di Cosa nostra.
Terreni acquistati per l’uso agricolo e in seguito trasformati, tramite variante nel piano regolatore, in aree commerciali. Emendamenti regionali approvati per incrementare le “superfici delle grandi aree metropolitane”. Incontri e telefonate con esponenti politici di primo piano, per pianificare strategie da adottare e per “ammorbidire” i responsabili degli uffici tecnici.
Potrete leggere la conversazione con l’ex sindaco etneo Enzo Bianco sull’esito della votazione dell’approvazione del Pua, e l’intercettazione della riunione con l’ex governatore della Sicilia Raffaele Lombardo per parlare del centro commerciale Porte di Catania.
Senza dimenticare i nomi di soci vicini o contigui ad ambienti mafiosi, legati economicamente a Ciancio nella progettazione e sviluppo delle opere edilizie. Gli appalti e subappalti affidati ad aziende in “odor di mafia”, soprattutto nel movimento terra, che si sono occupate di realizzarle.
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++ Articolo pubblicato nel mensile S, n. 112, ottobre 2018 ++
Saul Caia
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
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