Matteo Salvini e il candidato sindaco nipote del mafioso

Succede a Maletto, in provincia di Catania. Lo zio dell’esponente locale della Lega è stato condannato per associazione mafiosa in via definitiva e, in primo grado, all’ergastolo per concorso in omicidio. «Sono sempre stato contro le mafie e i familiari non si scelgono» chiarisce il candidato.

Un cesto di fragoline di Maletto consegnate al neo Ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini la scorsa domenica a Catania. Portato in dote da Antonio Mazzeo, il giovane candidato a sindaco della piccola località alle pendici dell’Etna, I due si sarebbero dovuti incontrare domenica nel comune etneo, come già avvenuto nel 2014, ma i numerosi impegni hanno fatto saltare all’ultimo l’appuntamento, così il Capitano leghista ha registrato un video messaggio indirizzato agli elettori del piccolo comune di Maletto.

Frame estratto dal video registrato tra il ministro Matteo Salvini e il candidato Antonio Mazzeo a Catania.

«Vi porto ancora nel cuore, porto Antonio nel cuore» – le parole di Salvini – «il mio impegno è di tornare con Antonio sindaco, a Maletto a mangiarmi due fragole, e raccontarvi cosa sta facendo il Ministro dell’Interno per portare un po’ di sicurezza in Sicilia, a Maletto e in tutta Italia».

Il 29enne Antonio Mazzeo è stato uno dei primi leghisti dell’isola, affascinato dalla Lega sovranista di Salvini. L’endorsement è avvenuto alle elezioni europee del 2014 quando raccolse nella sua città il 32,6 per cento delle preferenze. All’epoca fu un caso nazionale. E Maletto da allora venne indicato come il “feudo di Salvini in Sicilia”. Mazze forte di quel successo personale, ha riprovato qualche anno dopo con le amministrative di Bronte, comune limitrofo. Tuttavia non è riuscito a superare lo sbarramento. Il suo nome circolava anche per le liste della Lega in Sicilia alle politiche dello scorso 4 marzo, ma alla fine non fu candidato.

Geometra, padre di famiglia con la passione per la politica, chi lo conosce descrive Mazzeo come “un bravo ragazzo” che “si batte per il suo paese”. Sul candidato, incensurato, però pesa una parentela ‘scomoda’, di cui si è occupato l’Espresso qualche anno fa . Legame ampiamente noto al ministro e vicepresidente Salvini e al referente leghista nell’isola, l’ex Dc e poi Movimento per le autonomie, Angelo Attaguile.

Mazzeo, infatti, è nipote di Mario Montagno Bozzone, condannato nel 2005 a due anni e nove mesi per associazione mafiosa nel processo Tunnel. Non solo, lo scorso febbraio lo stesso è stato condannato all’ergastolo in primo grado per concorso in omicidio. Si tratta di una vicenda del 2002: Mario Montagno Bozzone – sposato con la sorella della madre di Mazzeo – faceva da ‘vedetta’ per gli uomini del clan, appostato sulle colline della strada statale 120, che attraversa i Nebrodi. Con il suo cannocchiale, controllava gli spostamenti di Giuseppe Gullotti, patrigno di un personaggio organico clan mafioso del clan Santapaola, quest’ultimo in guerra proprio contro i Montagno Bozzone alleati dei Mazzei, meglio noti come i Carcagnusi.

Mario Montagno Bozzone al comizio del nipote Antonio Mazzeo a Maletto

La faida era scoppiata a seguito della scissione di Francesco Montagno Bozzone (detto “Ciccio”, fratello maggiore di Mario), esponente di spicco dell’organizzazione mafiosa brontese. “Ciccio” aveva deciso di mettersi in proprio separandosi dai Santapaola. Sono anni di sangue, in cui Maletto e Bronte sono messe a ferro e fuoco da continue sparatorie e agguati. Ciccio Montagno Bozzone sfugge addirittura a due attentati: la prima volta gli hanno sparato in bocca e la seconda in pieno centro lo feriscono alle gambe. In entrambi i casi è riuscito a salvarsi. Decide, però, insieme al suo gruppo di fuoco di rispondere agli attacchi, organizzando l’attentato a Gullotti: l’uomo per le gravi ferite alla schiena morirà alcuni anni dopo.

L’omicidio è costato ai fratelli l’ergastolo. E se Ciccio resta detenuto all’Aquila dove sta scontando due

Il ministro Centinaio ha deciso di non partecipare all’evento dopo l’articolo de L’Espresso.

condanne per associazione mafiosa (indagini Tunnel e Trash) e per omicidio, il fratello Mario è al momento in libertà, in attesa che si celebri il secondo grado.

Al comizio elettorale di qualche settimana fa, lo zio Mario – oggi imprenditore del settore abbigliamento -era in prima fila, con in mano il programma elettorale, che applaudiva alle parole del nipote. Mazzeo in questi anni ha più volte ribadito che «i familiari non si scelgono» e di essere stato «sempre contro le mafie». La sua campagna continua all’insegna della canzone “Mi fido di te” di Jovanotti. E in pieno stile berlusconiano, con contratti elettorali firmati in piazza con i suoi elettori. Grande attesa per giovedì sera, il giovane leghista siciliano attende la visita di un altro leghista, il Ministro della politiche agricole Gian Marco Centinaio.

** Articolo pubblicato su L’Espresso, 6 giugno 2018 **

Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento.
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
Saul Caia

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Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento. Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.

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