Vittoria, arrestato ex sindaco PD

La Stidda non ha preferenze e quando si tratta di elezioni è sempre sul cavallo vincente. Siamo a Vittoria, in provincia di Ragusa, dove la Stidda è più “grossa” di Cosa Nostra: nel 2016 al ballottaggio restano le liste civiche di Giovanni Moscato e Francesco Aiello, e gli stiddari, secondo le accuse della Procura di Catania, dirottano i loro voti verso il primo.

L’ATTUALE PRIMO cittadino Moscato è indagato per corruzione elettorale: non appena eletto, scrive il gip, stabilizzava senza contratto indeterminato 60 dipendenti, che non ne avevano diritto, nella società che si occupa del servizio raccolta dei rifiuti. E in questo modo il sindaco “portava a compimento il progetto di stabilizzazione in cambio di voti, da prima convogliati all’elezione di Fabio Nicosia a consigliere comunale” e “poi dirottati in sede di ballottaggio” per la sua elezione.

L’accusa più grave, nell’inchiesta condotta dal Gico e dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza guidati dal generale Antonio Quintavalle, riguarda però i fratelli Fabio e Giuseppe Nicosia, esponenti del Pd locale e da ieri agli arresti domiciliari, accusati di scambio elettorale politico-mafioso con Venerando Lauretta e Giambattista Puccio, esponenti “apicali” del clan Carbonaro-Dominante riconducibile alla Stidda. La Procura guidata da Carmelo Zuccaro individua due intermediari tra clan e politica – Raffaele Giunta e Raffaele Di Pietro – sostenendo che Lauretta avrebbe ottenuto la promessa “dello sgombero di un edificio pubblico dove intendeva avviare un centro di assistenza per disabili”, mentre Puccio era interessato a una “illecita attività di smaltimento rifiuti condotta dal figlio” che consisteva nell’“indebito utilizzo di mezzi pubblici idoneo alla raccolta di rifiuti”.

DI PIETRO INFINE era interessato alla stabilizzazione della sua situazione lavorativa all’interno della
Tekra, già ottenuta da Giunta quando Giuseppe Nicosia era sindaco di Vittoria. 
Nel 2016, peraltro, la lista “Nuove idee” che vedeva candidato al consiglio comunale Fabio Nicosia in appoggio al Pd, secondo l’accusa nasceva con una “molteplicità di false sottoscrizioni”. E proprio per raccogliere voti da convogliare su Fabio Nicosia che veniva promessa la stabilizzazione dei 60 dipendenti all’interno della società che si occupava di raccolta di rifiuti.

Però qualcosa va storto. L’“intermediario” Raffaele Giunta, che si era candidato per la lista di Nicosia, è costretto ad abbandonare la campagna elettorale: il collaboratore di giustizia Bruno Carbonaro lo accusa di aver “reperito armi per il clan Dominante-Carbonaro” e la notizia finisce sui giornali. A questo punto Giunta “si dedica esclusivamente a curare la campagna elettorale di Fabio Nicosia”. Ed è molto deluso perché nessuno del Pd, né locale né regionale, prende le sue difese. Si lamenta di aver fatto la campagna elettorale per oltre dieci anni per la Margherita e il Pd, sostenendo di aver portato voti anche all’attuale governatore siciliano Rosario Crocetta.

NON SI PUÒ escludere che l’“intermediario” stia millantando, considerato che le sue affermazioni avvengono in un momento di rabbia per il silenzio al ritiro della sua candidatura. Resta il fatto che da ieri, dopo l’inchiesta della pm Valentina Sincero, iniziata dalle collaborazioni dei pentiti Rosario Avila e Biagio Gravina, il Pd ragusano è davvero nei guai. L’ex sindaco Giuseppe Nicosia e suo fratello Fabio, candidato nelle liste del centrosinistra, sono agli arresti domiciliari, così come il “procacciatore di voti” ed ex candidato Giunta, per i loro rapporti con la mafia locale. E anche l’opposizione, con l’attuale sindaco Moscato indagato per corruzione elettorale, sebbene non sia stato arrestato, dovrà fare i conti con l’inchiesta catanese.

** Articolo pubblicato nell’edizione cartacea de Il Fatto quotidiano (pag. 12), 22 settembre 2017 **

Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento.
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
Saul Caia

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Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento. Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.

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