A caccia di trafficanti

Come funziona la rete del traffico di migranti eritrei che arrivano in Italia? Come riescono a spostarti lungo l’asse Sicilia-Roma-Milano? Il giovane detenuto al carcere Pagliarelli di Palermo è davvero il trafficante Medhane Yehdego Mered? Se non è lui, dov’è finito il vero Mered?

Solo solo alcune delle domande e dubbi che proviamo a sciogliere nel corso dell’inchiesta “A caccia di trafficanti”, realizzata insieme all’amico e collega Rosario Sardella, e pubblicata sul mensile sicilianoSn. 96 (acquistabile in edicola sul territorio isolano o disponibile online in formato pdf).

speciale_2_modL’analisi parte dalle carte giudiziarie dell’inchiesta ‘Glauco’, condotta dalla Procura di Palermo, e dal successivo monitoraggio dei profili social dei trafficanti e dei loro parenti. Abbiamo controllato post e conversazioni, like e foto condivise. Poi siamo passati alle testimonianze dirette, chiamando telefonate direttamente agli stessi scafisti o ai loro parenti, e verificando con i racconti degli eritrei che vivono in Italia da anni e quelli arrivati di recente con i barconi.

welidDieci pagine d’inchiesta, in cui mostriamo per la prima volta il trafficante eritreo Twelde Berhan detto “Welid“, citato negli atti giudiziari dell’inchiesta della Procura di Roma, e considerato uno degli uomini della rete di Mered in Libia, che negli ultimi mesi ha inviato nei barconi fatiscenti numerosi di migranti diretti verso le coste siciliane. Infine, abbiamo pubblicato nuovi elementi sulla vicenda di Medhanie Tesfamarian Berhe, il giovane eritreo arrestato a Khartoum (Sudan) nel maggio scorso e detenuto a Palermo con l’accusa di essere il ‘generale’ Mered. La telefonata con Merhawi Yehdego Mered, fratello del vero trafficante e residente in Olanda, scagiona il detenuto mentre una foto postata su facebook ad agosto scorso confermerebbe che il trafficante è stato di recente a Dubai.

** “A caccia di trafficanti”, inchiesta pubblicata sul mensile S  n. 96 (novembre) **

Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento.
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento. Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.

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