Il “prestanome” del boss in Cina con Renzi

Rifiuti – L’irresistibile ascesa del siciliano Paratore, che Invitalia portò a Pechino nel 2014.

Nel giugno 2014, l’allora premier Matteo Renzi va in Cina con i principali gruppi industriali al seguito. Nella delegazione di Invitalia, società pubblica per gli investimenti, c’è l’imprenditore siciliano Antonino Paratore, già indicato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania come “prestanome” del boss ergastolano Maurizio Zuccaro della cupola Ercolano-Santapaola. Paratore senior e il figlio Carmelo, arrestati pochi giorni fa e colpiti da un sequestro per 50 milioni di euro, gestiscono con altri familiari una serie di aziende del settore dei rifiuti, compresa una discarica da 550 metri cubi a Melilli (Siracusa), in cui confluiscono scarti speciali dal petrolchimico aretuseo e da mezza Italia. Per avvicinarsi a Invitalia, l’imprenditore siciliano aggancia Carmelo Messina, ex vicepresidente dell’Unione di Amicizia Italia-Turchia e già responsabile delle relazioni estere dell’Iri e delle Ferrovie dello Stato. Messina, nel dicembre 2013, lo porta a Roma dal “presidente di Invitalia (che allora era Giancarlo Innocenzi Botti, ndr) e Alberto Dell’Utri”, il gemello dell’ex senatore forzista Marcello in carcere per mafia. E lì, secondo le indagini dei carabinieri del Noe, il “presidente chiede (a Paratore, ndr) di inviargli la documentazione per una commessa in Cina”.

NEL FRATTEMPO gli interessi dei Paratore si spingono fino in Turchia, dove vogliono realizzare una discarica. Messina lo invita a una cena con una signora che lavora in Invitalia e sarebbe in ottimi rapporti con i vertici dell’ala bersaniana del Pd e con importanti dirigenti dell’Eni. In una conversazione intercettata, Messina esorta Paratore a “mettere quella cosa in una busta” che andrà “consegnata” all’ambasciatore turco. Alcuni mesi più tardi, il diplomatico di Ankara sarà ripreso a Melilli nel corso di una visita alla discarica. Al libro paga dei Paratore ci sarebbero diversi funzionari pubblici, pronti ad aiutarli per raggiungere i loro scopi. Tra questi c’è Mario Corradino, considerato un “facilitatore”, che “tramite l’onorevole palermitano Saverio Romano”, “cerca contatti con il ministro dell’Ambiente Galletti” per “avere un appuntamento”. I due vanno al ministero il 26 settembre 2014, dopo essere stati fotografati a largo Goldoni a Roma. Escono dagli uffici “dopo circa un’ora”. Agli atti è registrato anche un incontro con un viceministro dello Sviluppo Economico, al quale si presenta il figlio Carmelo. A fare da tramite ci sarebbe l’imprenditore casertano Carlo Savoia, definito “contiguo alla camorra campana e vicino al deputato Nicola Cosentino, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa nel giunge 2016”, e ad “una dipendente pubblica con incarichi in Parlamento e nelle segreterie dei ministri”.

PER I MAGISTRATI, quegli incontri serviranno “a concludere i primi di marzo 2015 un contratto per lo smaltimento di rifiuti con l’llva di Taranto”, che garantirà il trasporto di circa 40 mila tonnellate del famigerato polverino d’altoforno di Taranto nella discarica Cisma.

** Articolo dell’edizione cartacea de Il Fatto Quotidiano (pag. 13), sabato 18 marzo 2017 **

Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento.
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
Saul Caia

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Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento. Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.

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